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ANNO: 2015

TIPOLOGIA DI PROGETTO: Interni urbani

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PARTNERS: Belluardo Simona

                   Bianchi Andrea

ATLAS
sottoponte del Rubattino, Milano
SOTTOPONTE DEL RUBATTINO - STATO DI FATTO

Siamo in Via Caduti di Marcinelle, Milano.

Al di sotto del trafficato ponte della tangenziale, un parco deserto e un putrido laghetto soffocano in un immobile silenzioUrge una nuova vitalità.

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Si avvia così il progetto di riqualificazione del sottoponte del Rubattino, con la promessa di restituire a quell'ambiente

degradato uno scopo e una dignità. 

A causa delle grandi dimensioni del ponte, lo spazio al di sotto di esso avrebbe ospitato quattro diversi progetti, da edificarsi uno di seguito all'altro e affidati a vari gruppi di lavoro.

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Durante il sopralluogo sul posto, le auto continuano a sfrecciare veloci sul lungo ponte, eppure al di sotto di quei grandi pilastri non giungono che pochi deboli rumori. E ci sentiamo piccoli, sorretti, "come nani sulle spalle di giganti." Pensiamo ad Atlas, il possente titano della mitologia greca che sosteneva il cielo con le sue spalle. Quel ponte, in fondo, sembra assomigliargli: un imponente spettatore invisibile al servizio degli uomini, custode fidato di tante fugaci storie. 

Decidiamo di rendere quel tacito personaggio visibile, trasformandolo in un edificio antropomorfo disteso al di sotto del ponte che sembra sorreggere. Gli spazi interni della struttura assumono una funzione 

associata alle parti del corpo in corrispondenza delle quali si trovano e sono attraversati da venature d'acqua che sottolineano la simbiosi del complesso con l'ambiente circostante. 

Trattandosi di una zona tempestata di uffici, lo scopo del gigante di pietra è quello di accogliere i lavoratori dell'area circostante durante la pausa pranzo, offrendo loro uno spazio di ristorazione presso cui recarsi per un pasto veloce di qualità - con la possibilità di ordinare online o in loco - e un'area relax per distendersi prima di tornare in ufficio. Sulle braccia del gigante si arrampica una pianta di glicine, simbolo di amicizia, disponibilità e benvenuto.

IL CONCEPT

sottoponte del Rubattino, Milano - Mr. Bridge

Caro gigante,

niente, volevo dirti grazie.

Perché se vado dove vado, faccio quel che faccio e sono quel che sono è anche grazie a te.

 

Perché sei stato la mia ombra, discreto mi hai accompagnato e con te sono diventato grande.

Perché hai vegliato su di me mentre passavo in macchina con mamma verso la scuola

o mentre giocavo a pallone nel parco.

Perché qui mi sono innamorato di lei, e lei di me.

Perché ho riportato qui, ogni volta, le mie fatiche con lo studio, dal liceo alla laurea.

Perché oggi, nelle pause dal lavoro, posso stare qui e non sentirmi solo.

Insomma, perché ci sei.

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Un po' voglio anche scusarmi,

perché la vita preme e le cose da fare sono tante.

E spesso ti dimentico, o dò per scontato di avere un amico così più grande di me, 

sempre al mio fianco, tacito.

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Ma va bene così, perché quando di nuovo me ne rendo conto è ancora più bello, più vero.

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Non ti nasconderò che sono un po' imbarazzato,

perché non so ringraziarti come si deve.

Non ho nulla da offrirti che minimamente valga ciò che mi hai regalato tu.

Ma ti dono ciò che ho di più caro: le mie paure, le mie preoccupazioni, i miei dubbi, i miei pensieri,

i miei ricordi, le mie gioie.

Te li affido. Raccontali a chi, dopo di me, vorrà vivere con te la sua meravigliosa storia.

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A presto caro Mr Bridge,

grazie ancora.

IL PROGETTO

sottoponte del Rubattino, Milano - Mr. Bridge
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